Il Palau della Musica Catalana

Interni palau de la musica

Scrivi un commento per primo / di Alessandra Sanna / aggiornato: 3 Settembre 2019

Il Palau de la Musica, insieme alla Pedrera è considerato uno degli esempi migliori del Modernismo catalano per la sua architettura brillante, e per le sue magnifiche decorazioni, ragione per cui è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1997.

Questa valutazione riscatta gli anni in cui il palazzo veniva considerato una stravaganza modernista, al punto tale che, durante gli anni ’20 del XX secolo, il palazzo era stato rinominato scherzosamente dai vicini come il palau de quincalleria, ossia il palazzo della chincaglieria, e diversi architetti chiedevano a gran voce la sua demolizione. Per fortuna, questo proposito non fu mai portato a termine, e il palazzo si è conservato inalterato, convertendosi in un’istituzione emblematica legata alla memoria collettiva dei barcellonesi.

Storia del Palau

Il Palau de la Musica Catalana fu un incarico che l’Orfeó Català, la società del coro della musica catalana, diede all’architetto Lluìs Domènech i Montaner nel 1904, con l’obiettivo di costruire un luogo che potesse essere la casa della musica corale di Barcellona. La prima pietra del nuovo edificio fu collocata il giorno di Sant Jordi, patrono della Catalogna, nel 1905, e i lavori si prolungarono durante tre anni.

Il Palau de la Musica fu inaugurato nel 1908, con un breve concerto in cui s’interpretarono musiche di Clavé, il padre della musica corale catalana moderna, e Handel. Il risultato fu una sontuosa sala da concerti, probabilmente il miglior esempio di architettura modernista di Barcellona.

L’edificio sorge sul terreno dove un tempo si erigeva l’antico convento di San Francesco da Paola. La dimensione ridotta del terreno e l’alto costo dei terreni circostanti obbligarono l’architetto Domènech i Montaner ad incassare l’auditorium all’interno di una rete di viuzze strette che limitarono la possibilità di contemplare l’edificio dall’esterno, e l’adozione di soluzioni peculiari per far sì che lo scenario avesse l’ampiezza necessaria per le rappresentazioni musicali, così come per riuscire a far contenere all’interno dell’edificio sia gli uffici che gli archivi del teatro.

La chiesa dell’antico convento, riconvertita in parrocchia, sopravvisse finché non fu necessario demolirla per intraprendere un’espansione dell’auditorium. L’intervento, diretto dall’architetto Tusquets nel 2003, permise la costruzione, sul terreno della chiesa, di una piazza che risaltasse l’enorme vetrata di Domènech, nascosta in precedenza all’interno del patio interno situato fra la chiesa e il Palau. Ai lati della vetrata furono costruite due torri di mattoni a vista, uno dei quali decorato con motivi floreali ispirati all’opera originale di Domènech. Negli stessi lavori si è proceduto alla costruzione, nel sottosuolo della piazza, del Petit Palau, una nuova sala polivalente con 600 posti a sedere.

Esterni del Palau de la musica
Esterni del Palau de la musica

Esterni del Palau

La facciata progettata da Domènech i Montaner costituisce una vera sorpresa per chi la guarda la prima volta: il suo stile eclettico, molto diverso dalla sobrietà degli edifici circostanti, comprende ampie superfici costruite con mattoni a vista, e un uso estensivo di ceramiche colorate: in tale materiale sono rivestite le colonne del primo piano, con le loro esuberanti policromie, e in ceramica è anche il mosaico presente in cima, sul frontone.

Il gruppo scultoreo all’angolo è opera di Miquel Blay, un’enorme prua di pietra che rappresenta un’allegoria della musica popolare. Si tratta di un’opera dal grande simbolismo concettuale, con due ragazzi e due anziani che abbracciano una ninfa, mentre Sant Jordi li protegge, con la bandiera catalana ondeggiando nel vento. Il mosaico della facciata rappresenta “la balanguera”, dal poema di Joan Alcover, circondata dai coristi dell’Orfeó Català. Un altro punto d’interesse dell’esterno del Palau sono le curiose biglietterie, oggi in disuso, ubicate all’interno delle colonne che fiancheggiano la porta principale.

Interni del Palau

Appena entrati si può continuare ad ammirare la bellezza dell’edificio: il vestibolo finemente decorato, le volte rivestite di ceramiche e la doppia scala con le balaustre di vetro colorato sono solo un assaggio del vero e proprio gioiello: la sala dei concerti.

La sala dei concerti dispone di una ricchissima serie di decorazioni: vetrate policrome, sculture, mosaici e altri elementi decorativi che giocano, costantemente, con la percezione della luce e del colore. L’immagine più famosa della sala è probabilmente l’enorme e spettacolare lucernario di vetro colorato a forma di campana invertita, del peso di una tonnellata. Questa meraviglia dell’arte vetraria rappresenta un coro di angeli che circondano il sole.

L’ossessione per la luce dell’architetto non si limita al lucernario: le ampie vetrate intorno a tutta la sala creano una specie di cassa di cristallo, in grado di filtrare la luce esterna attraverso le sue vetrate, ricreando l’atmosfera delle cattedrali gotiche, e conferendo un’aria di sacralità all’auditorium. Il palcoscenico contiene senza dubbio la scultura più spettacolare del Palau: intorno al proscenio si può vedere un congiunto in pietra pomice, progettato da Domènech, ma realizzato da Didac Massana e Pau Gargallo.

Alla sinistra, si può ammirare un busto di Josep Anselm Clavé, uno dei massimi esponenti della musica classica catalana, con sopra un’allegoria dei fiori di maggio, che rappresentano la musica popolare. Alla destra, un busto di Beethoven impersona la musica universale; sopra il suo busto, le valchirie di Wagner cavalcano verso Clavé, simboleggiando la relazione fra la nuova musica wagneriana con l’antica cultura musicale popolare catalana.

Lo scenario si completa con un magnifico organo tedesco (restaurato nel 2004 grazie ad una sottoscrizione cittadina) e l’emiciclo, progettato da Eusebi Arnau e realizzato in trencadís, da cui sporgono le 18 sculture che rappresentano gli spiriti della musica, con al centro lo stemma della Catalogna. Una balconata e un colonnato d’influenza egizia contribuiscono ad abbellire la prospettiva della sala, rendendolo un vero e proprio santuario della musica, in cui si sono esibiti negli anni alcuni fra i più grandi interpreti del novecento.

Fra gli altri spazi dell’edificio interessanti agli occhi dei visitatori, vanno citate la sala di musica da camera, e la sala Lluis Millet, forse l’ambiente che si conserva più fedele al progetto originale di Domènech i Montaner.

Informazioni utili

Il Palau de la Musica viene tutt’ora impiegato per concerti, quindi il suo accesso è limitato ad alcune ore della giornata. Le visite guidate sono tenute in varie lingue, fra cui l’italiano durante i fine settimana.

Come arrivare al Palau de la Musica

Il Palau de la Musica Catalana si trova nel quartiere de La Ribera. La fermata più vicina della metro è quella di Urquinaona (linee 1 e 4): usciti dalla metro imboccate il Carrer de los Jonqueres, a sinistra del teatro Borràs, proseguite per 150 metri fino ad incrociare sulla sinistra il Carrer Ramon Mas, subito dopo averlo imboccato potrete scorgere la parte nuova dell’edificio. Con il Bus Turístic scendete alla fermata di Plaça de Catalunya (linee blu e rossa). Gli autobus urbani V15, V17 e 45 fermano nelle vicinanze.

Orari

Le visite guidate all’interno del Palau de la Musica sono tutti i giorni dalle 10:00 alle 15:30, e durano 55 minuti. In luglio e agosto l’orario d’ingresso viene esteso dalle 9:30 alle 18:00, mentre durante la settimana di Pasqua l’orario si estende dalle 10:00 alle 18:00.

Biglietti

Acquista i biglietti dal sito ufficiale

Il biglietto d’ingresso costa €20 e comprende la visita guidata. L’accesso per i bambini fino a 10 anni inclusi è gratuito. I possessori della Barcelona Card e della Ruta del Modernismo Card hanno diritto al 20% di sconto.

Mappa: cosa vedere nelle vicinanze

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